martedì 13 novembre 2007

tecniche di costruzione del personaggio

cercando in rete suggerimenti per impostare delle lezioni sulla costruzione del personaggio nel testo narrativo fictional mi sono imbattuta nel sito di gianfranco manfredi (zombie di tutto il mondo, unitevi), il quale pubblica, con regolare cadenza, un corso di sceneggiatura a dispense.
è stata lettura piacevole, dopo che ho scoperto che condivide con me il fatto che nessuna storia può essere ideata se prima non si dà la vita ai personaggi.

venerdì 13 luglio 2007

le luci nel buio di case intraviste da un treno...

ho sempre cercato supplementi di vita vivendo, nell'immaginazione, frammenti di vite parallele. mi basta uno sguardo, un incontro, o semplicemente un desiderio, una possibilità e parto verso altrove in fondo molto normali ma insieme irraggiungibili, distanti, dentro i quali racchiudo tutte i forse e i casomai.
per questo amo molto i libri ed ho molto amato, in periodi non contigui, scrivere. per avere altre vite da recitare, strade dove disorientarmi, orizzonti da scoprire o da costruire. mi piacciono le canzoni che raccontano storie, per aggiungere storia alla banalità della cronaca quotidiana. mi piacciono meno i film, il teatro, tutti quegli universi troppo sincretici per lasciarmi lo spazio necessario di viverci dentro; infatti lì è tutto in scena, tutto svelato. qui invece, nelle pagine, tra le lettere d'inchiostro o di bit, mi ci posso intrufolare per appropriarmi di tutte le parti che non ho mai recitato, per trovarmi un posto nuovo con l'illusione di essere - fare - dire qualcosa di altro.
è come partire, con i pensieri, uscire dal corpo, inventarsi la felicità. è, come quando ero piccola, guardare le finestre illuminate dal finestrino della macchina, nella sera, per rubare un po' di vita degli altri.

il gelsomino notturno


e s'aprono i fiori notturni,
nell'ora che penso a' miei cari.
sono apparse in mezzo ai viburni
le farfalle crepuscolari.
da un pezzo si tacquero i gridi:
là sola una casa bisbiglia.
sotto l'ali dormono i nidi,
come gli occhi sotto le ciglia.
dai calici aperti si esala
l'odore di fragole rosse.
splende un lume là nella sala.
nasce l'erba sopra le fosse.
un'ape tardiva sussurra
trovando già prese le celle.
la chioccetta per l'aia azzurra
va col suo pigolio di stelle.
per tutta la notte s'esala
l'odore che passa col vento.
passa il lume su per la scala;
brilla al primo piano: s'è spento . . .
è l'alba: si chiudono i petali
un poco gualciti; si cova,
dentro l'urna molle e segreta,
non so che felicità nuova.

(giovanni pascoli, i canti di castelvecchio)

mercoledì 11 luglio 2007

postoristoro

sono giorni ormai che piove e fa freddo e la burrasca ghiacciata costringe le notti ai tavoli del posto ristoro, luce sciatta e livida, neon ammuffiti, odore di ferrovia, polvere gialla rossiccia che si deposita lenta sui vetri, sugli sgabelli e nell'aria di svacco pubblico che respiriamo annoiati, maledetto inverno, davvero maledette notti alla stazione, chiacchiere e giochi di carte e il bichiere colmo davanti, gli amici scoppiati pensano si scioglie così dicembre, basta una bottiglia sempre piena, finché dura il fumo.

pier vittorio tondelli